lunedì 23 gennaio 2012

Legnaro, 22 gennaio 2012, presentazione di un libro dedicato a don Gimo Maino

La Parrocchia e il Comune di Legnaro
sono lieti di invitare la cittadinanza

Domenica 22 gennaio 2012, ore 15.30
Chiesa Parrocchiale - Legnaro

alla presentazione del libro
"Voi mi avete rubato il cuore"
Legnaro ricorda don Gimo Maino
Raccolta di testimonianze, scritti e foto in ricordo di don Gimo Maino.

Con la partecipazione della “Choralis Nova”

Siete tutti invitati,
vi aspettiamo numerosi!
-
Segui ed invita all'iniziativa con evento facebook...
-
Qui di seguito la presentazione del libro curata da fr. Andrea Vaona ofmconv.


Premessa - Gentili amici, sono davvero mortificato di non poter essere presente tra voi oggi, anche per il compito particolare che mi era stato affidato benevolmente dagli organizzatori. Ma malanni di stagione imprevisti mi obbligano a letto e mi tolgono forze per raggiungervi. Lo faccio allora con questo povero testo che raccoglieva i pensieri che desideravo condividere liberamente con voi.
Qualche giorno fa era il compleanno di don Gimo, 20 gennaio: non sapremo mai se questo libro è il nostro regalo di compleanno a lui o se è il suo ennesimo regalo che fa a noi…
Frate Andrea Vaona, per gli amici “fav”

È sempre una bella notizia quando una comunità decide di mettere nero su bianco un pezzo della sua storia. In tempi in cui l’informazione è sempre più frammentata e ridotta ai 160 caratteri di un sms o ai 140 di un ‘cinguettio’ di Twetter, avere il desiderio di fermarsi e scrivere è sempre cosa più rara e benemerita. Lo dico anche con la convinzione del mio servizio come insegnante di storia ecclesiastica: una fonte gratuita e preziosa come un libro di una comunità cristiana aiuta e aiuterà sempre la ricerca storica per fare verità sul passato, che tra qualche anno sarà tale anche se noi lo chiamiamo “oggi”.

Questo libro è incompleto, ma non è colpa della curatrice e degli editori. E’ incompleto nel senso che fa parte di un progetto di più largo respiro, questo sì compiuto.

La mostra fotografica di qualche mese fa qui a Legnaro dedicata a don Gimo ed ai suoi nove anni di ministero-amicizia è stata davvero una iniziativa trascinante (alcune risonanze dei visitatori le trovate nella terza parte del volume). 
La mostra è stata la prima parte di un progetto di amore e gratitudine che voleva guardar con occhi ormai tersi dalle lacrime alla storia e alle storie che si sono intrecciate tra molti legnaresi – e non solo! – con un giovane prete “con un nome strambo ma un cuore grande” (come l’ha definito Ugo Suman a Fossò in occasione della presentazione di un altro libro sulla storia di Fossò e dedicato alla memoria del parroco da poco scomparso).
presentazione del libro a Fossò...
Non è un caso allora se anche le comunità di S. Nazario e di Fossò abbiano già prodotto un testo in memoria di don Gimo… E Legnaro non restava certo a guardare!
Competizione? Certo che no…!
Ma il desiderio di arricchire con nuovi dettagli, aneddoti, riflessioni quello che ha potuto significare il passaggio di un prete come don Gimo per le strade di un paese o di una frazione… ma certamente ancor più per i sentieri nascosti e preziosi dell’animo di tante persone.

Forse non si riflette mai abbastanza sul fatto che Gesù Cristo – come ci raccontano i vangeli – si fermava non più di qualche giorno in un luogo: e il suo passaggio era trasformante nel bene per chi lo avvicinava (o nel male per chi lo rifiutava!). Certo, Lui è il Cristo! Chi può competere… Niente da stupirsi allora se in genere i suoi ministri e presbiteri su questa terra necessitano di qualche giorno, mese, anno in più per poter testimoniare l’amore di Dio per l’umanità! Nove anni a Legnaro non sono stati pochi per Gimo – Girolamo, per chi non lo avesse ancora compreso era il suo vero nome…! – e le pagine appassionate che leggiamo su questo libro raccontano lo smarrimento e la tristezza di molti nel vederlo partire: come quella bimba in sacrestia che gli confessa candidamente che non capisce perché debba andare a fare il parroco altrove… 

Ciò che traspare da queste succose pagine è che quei nove anni sono stati formativi per Gimo e per chi ha condiviso quel tempo e quello spazio, a cominciare dai confratelli nel sacerdozio, dalle religiose, dai colleghi di scuola, dalle tante famiglie del paese. Sicuramente la preziosità dei lunghi ed articolati anni di seminario è indiscussa: Gimo stesso lo dice nei suoi scritti che troviamo nel libro…: in particolare il coraggiosissimo pensiero “Mi sono fatto prete come si sarebbe fatto prete qualsiasi altro al mio posto”. Tuttavia la vivacità di una chiesa che si stava ridisegnando sul progetto dello Spirito suscitato dal Concilio Vaticano II necessitava di tradurre e riscrivere da protagonista l’evangelizzazione. Non è un caso allora che il giornalino scritto e stampato a Legnaro in quegli anni fosse intitolato proprio “Protagonista”. Uno strumento a più voci apparentemente povero e di scarso impatto, ma che invece dava la possibilità ad una comunità di interrogarsi e fissare alcuni concetti, fossero state più domande che risposte… Nel libro trovate una ampia sezione dedicata a queste testimonianze tratte dalla rivistina.

Gimo credeva molto in questi strumenti di informazione e condivisione: me lo ricordo bene quando ci conoscemmo per le vie della provvidenza a S. Angelo di Piove. In canonica era arrivato un computer nuovo nuovo e c’era da imparare tutte quelle diavolerie così diverse dal buon vecchio ciclostile compagno di mille avventure per Gimo: senza tante ritrosie e con quella semplicità e umiltà che lo contraddistinguevano – traspaiono da ogni pagine di questo libro! – mi chiese di insegnargli ad usare il pc per il foglietto e le pubblicazioni parrocchiali…

Dunque il libro che tra poco avrete tra le mani (e che è giusto possa trovare posto non negli scaffali polverosi delle vostre case ma sopra i comodini e le scrivanie) cerca di dare voce e compimento a quanto la mostra fotografica evocava con prepotenza per mezzo delle immagini: attraverso un ‘foresto’ di Lugo in passaggio a Legnaro le immagini raccontavano e raccontano anche ciò che era Legnaro tra il 1974 e il 1983. Una selezione ponderata di foto fa da corredo al libro, non era possibile inserirne di più anche per contenere i costi di stampa… Tuttavia gli organizzatori della mostra fotografica sappiamo essere disponibili a riaprire le scatole dove le foto sono state riposte col magone… oppure condividerle nei nuovi formati digitali!

"Operazione della memoria" questo libro? Sicuramente, in modo particolare per chi abbia conosciuto personalmente Gimo. Ma la memoria ci rimanda solo alla nostra testa, ai nostri pensieri.
Al termine della lettura (o magari della seconda e terza lettura, si legge facilmente e merita ulteriori ricognizioni…) vi accorgerete con me che più che "operazione memoria" in questo libro si attua la dinamica virtuosa del “ricordare”. Questo verbo – ricordare, appunto – può avere una etimologia latina forse non pertinente ma poetica: re-cor-dare, “ri-dare-al-cuore”… Rimettere al giusto posto, nel cuore, ciò che una vita un po’ troppo frenetica può averci portato via, in particolare alcuni valori forti un tempo ed ora sempre validi ma più nascosti e talvolta annacquati.
In tale prospettiva questo è un libro anche per le nuove generazioni (si potrebbe regalarlo ai cresimati?), anche per chi non abbia avuto la fortuna di conoscere “il gigante buono” (come era soprannominato Gimo dai compagni di seminario ed amici). Non può non far riflettere anche un giovane o un adolescente questa sinfonia di frammenti testuali che non raccontano delle favole, ma delle vicende personali e umane che sono state storia per Legnaro e per i legnaresi… Magari anche solo per imparare che una volta c’era chi tirava i sassetti al balcone della camera di Gimo per invitarlo ad uscire per un gelato: non c’erano cellulari, internet e altro…!

A proposito di cuore!
Il titolo è già di per sé aneddoto e profezia. Fa riferimento ad un passaggio dell’omelia di Gimo in occasione della sua partenza da Legnaro per S. Nazario, il 25 settembre 1983. Gimo confessa candidamente e giocosamente che la diceria che questo è un paese di ladri si è compiuta anche per lui: “Voi mi avete rubato il cuore!”. Sappiamo bene che se uno non desidera essere coinvolto ed è guardingo e sospettoso non si lascia rubare nulla… Pertanto è naturale considerare anche in questo caso la disponibilità di don Gimo a mettersi in gioco con tutto sé stesso, perché sapeva attingere continuamente da un cuore più grande, il cuore di Cristo, inesauribile fonte di amore da ricevere per essere donato. A costo magari di rincorrere questo cuore di Gesù anche viaggiando fuori di sé e fuori di Legnaro: la sezione di testi che narrano l’affetto di Gimo per la realtà di Taizé è indicativa e fa molto riflettere. 

Un giorno un giornalista domandò a frère Roger, il fondatore nel movimento monastico-ecumenico di Taizé, quale fosse stato il segreto per saper coinvolgere tantissimi giovani in un’esperienza di povertà, semplicità, spiritualità come quella che è ben nota. Frère Roger rispose tra il divertito ed il disincantato: “Non so, forse perché ci siamo seduti e inginocchiati in cappella…”. Quasi a dire che davanti alla frenesia di una vita che è sempre di corsa e distratta da tante-troppe cose da fare basta il segno di chi ha il coraggio-bisogno di fermarsi davanti a Dio, davanti al Crocifisso… per recuperare il senso della vita. 
Gimo evidentemente aveva scoperto questo segreto: Taizé era la carica spirituale da condividere con gioia e passione con tanti giovani, per poter poi sostare davanti a quel Dio nascosto nei cuori dei fratelli e sorelle che il Signore poneva nel suo cammino diuturno nelle comunità che gli erano affidate.

Come è stato organizzato il materiale del libro?
I curatori hanno profuso non poche energie per raccogliere i testi. 

Alcuni andavano solo ricopiati e riorganizzati (la prima sezione “I suoi scritti”): gli archivi parrocchiali e quelli gelosamente custoditi da familiari e amici hanno permesso questo tipo di operazione, con anche un assaggio di quei famosi foglietti e cartoncini nei quali Gimo soleva appuntare i passaggi più significativi della meditazione che offriva nelle omelie, ben consapevole che mai e poi mai una omelia si legge… 
È un materiale estremamente interessante questo, perché ci offre la saggezza pastorale di Gimo…

La seconda sezione è appunto “ri-mettere-nel-cuore” aspetti della relazione di Gimo con sacerdoti e suore che ebbero la fortuna di condividere il cammino qui a Legnaro. Con l’attenzione che Gimo comunicò una volta ad un campo scuola presentando il testamento di Raoul Follerau: “Non trasformate il vostro cuore in un ripostiglio, diventerebbe presto una pattumiera!”.

La terza sezione – la più corposa ovviamente – è quella dei tanti amici che hanno desiderato raccontare qualcosa: è una sezione interessante, anche per i generi letterari impegnati. Chi si rivolge direttamente a Gimo, chi si rivolge a chi non lo conobbe, chi fa un po’ di esame di coscienza, chi apre i propri diari della gioventù e trova tesori dimenticati…

La quarta sezione è la più struggente – “Arrivederci in cielo” – e raccoglie tanti testi suscitati dalla morte di Gimo. Di particolare efficacia la rilettura delle parole del Vescovo di Padova, mons. Antonio Mattiazzo, in occasione dell’omelia il giorno del funerale: parole davvero sempre attuali sul senso della vita e della morte corporale, nello sfondo della vita di un uomo che ha proclamato la risurrezione di Cristo.

La quinta sezione è quella fotografica. Fa da risonanza alle parole che uno ha letto sin lì con passione e le cala in volti, ambienti, situazioni.

La sesta sezione raccoglie una selezione dei messaggi lasciati nel quaderno dei visitatori della mostra fotografica e completano quella sinfonia di rendimento di grazie a Dio per il dono che fu ed è don Gimo.

La Conclusione non ha la pretesa dell’esaustività: chiude con delicatezza un contenitore di pensieri, memorie, sentimenti che ha la consapevolezza della non completezza e rilancia eventualmente ad altre iniziative. 
Come quella di un sito internet attivo da qualche mese dedicato a don Gimo che sta già raccogliendo materiali liberi e gratuiti che tante persone – in tempi diversi – sentono il desiderio di condividere. Un modo forse ardito e meno poetico di un bel libro come quello qui presentato oggi, ma efficace e capillare come solo il web sa essere.

Infine, è lodevole ricordare che per decisione degli organizzatori dell’iniziativa, il ricavato delle vendite del libro saranno devoluti per una borsa di studio per un giovane seminarista in missione: una tensione – quella per le missioni – che Gimo aveva coltivato nel tempo anche attraverso amicizie sincere e feconde con sacerdoti diocesani impegnati lontano dal Veneto. Un’attenzione – quella di Gimo per i seminaristi in formazione – che anche chi vi scrive ha sperimentato con gratitudine e nostalgia e di cui trovate tracce in diverse testimonianze del libro.

“Ciao Gimo, come stai? Ti vedo bene!”“Hai delle lenti buone allora!”: un simpatico scambio che troviamo in una delle testimonianze raccolte.
Forse questo libro ci permette davvero di vederlo meglio il nostro Gimo, con gli occhi del cuore e con le lenti del Vangelo che non appannano la vista, ma ci permettono di guardare la realtà con gli occhi di Dio.
  
Perdonatemi se sono stato lungo o non ho dato voce a tutte le voci del libro: le ritroverete voi!

Lasciamo la parola ancora una volta a Gimo con il suo testamento spirituale:

«Desidero ringraziare il Signore per tutti i doni che mi ha dato in questa vita, in particolare per avermi chiamato al sacerdozio. Ringrazio tutte le persone che mi hanno voluto bene e mi hanno aiutato in questi anni e le comunità parrocchiali dove ho svolto il mio ministero pastorale. Auguro a tutti che vivano concordi nella preghiera, nell’ascolto della parola di Dio, nella celebrazione dell’eucaristia e nella testimonianza della carità. Che sappiano costruire una comunità viva di discepoli del Signore Gesù. A tutti il mio affettuoso saluto e l’arrivederci in cielo»
...
lettera del centro missionario diocesano che attesta la donazione fatta in seguito alla vendita dei libri, come da progetto iniziale dei curatori e della parrocchia di Legnaro
...

Nessun commento:

Posta un commento